Comitato apartitico «NO all’iniziativa 200 franchi bastano!» mette in guardia dalle pesanti conseguenze per un’informazione affidabile e da una maggiore influenza dall’estero
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi, il comitato apartitico «NO all’iniziativa 200 franchi bastano!» ha messo in guardia dalle gravi conseguenze della distruttiva «Iniziativa SSR» e ha presentato la campagna ufficiale per il NO.
L’iniziativa «200 franchi bastano!» non è una semplice misura di risparmio: costituisce una minaccia diretta al cuore del servizio pubblico e indebolisce la Svizzera. Soprattutto in tempi incerti è essenziale garantire un accesso capillare a informazioni affidabili. RSI, SRF, RTS, RTR e Swissinfo garantiscono l’accesso a una comunicazione indipendente e di qualità in tutte le regioni del Paese, proteggendo inoltre dalla disinformazione.
Informazione affidabile e protezione dalla disinformazione
L’accesso a informazioni affidabili è indispensabile per la sicurezza della Svizzera. In un contesto internazionale instabile, la SSR informa in modo credibile sugli avvenimenti nel mondo, sulle crisi e sulle catastrofi naturali. Un dimezzamento delle risorse comprometterebbe la capacità della SSR di adempiere al suo ruolo di fonte d’informazione indipendente per la popolazione.
La SSR si fonda su fatti verificati, giornalismo di qualità e una vasta rete di corrispondenti. In tempi segnati da una crescente disinformazione, da contenuti manipolatori e da notizie false generate dall’intelligenza artificiale, una fonte d’informazione credibile è più importante che mai.
Con il suo lavoro di approfondimento e contestualizzazione, la SSR crea le basi per prendere decisioni fondate sui fatti e contribuisce – conformemente al suo mandato – alla libera formazione dell’opinione, garantendo un’informazione corretta. Un dimezzamento dei fondi della SSR aprirebbe le porte a una maggiore influenza dall’estero. «Un panorama mediatico diversificato e di alta qualità , così come un buon equilibrio tra media privati e pubblici, ci protegge dalla disinformazione e dall’influenza dall’estero: non possiamo permetterci di mettere intenzionalmente a rischio tutto questo», sottolinea Matthias Michel, consigliere agli Stati (PLR), nel corso della conferenza stampa odierna.
Un’azienda mediatica per tutta la Svizzera
Grazie alla SSR, tutte le regioni del Paese dispongono di un’offerta completa di radio e televisione nella propria lingua: RSI, SRF, RTS, RTR e Swissinfo garantiscono che anche le regioni periferiche e le minoranze linguistiche siano raggiunte da un’informazione affidabile. La SSR informa anche dove gli altri media sono ormai quasi assenti. Una SSR forte va a vantaggio delle persone che vivono nelle regioni periferiche di tutto il Paese.
Martin Candinas, consigliere nazionale (Centro), ha sottolineato durante la conferenza stampa odierna al centro media della Confederazione a Berna: «Se dimezziamo i fondi della SSR, avremo un impatto sproporzionato sulla copertura informativa nelle regioni periferiche e per le minoranze linguistiche. L’iniziativa mette in pericolo la coesione e la diversità linguistica che rende unico il nostro Paese.»
Indipendenza dal numero di clic e dagli interessi privati
La SSR si finanzia attraverso il canone: appartiene a tutte e tutti noi, non a pochi proprietari.
Questa indipendenza le permette di occuparsi di temi rilevanti per la società anche quando non generano grandi ascolti o numeri elevati di clic. La piazza mediatica svizzera vive della dualità tra media pubblici e privati. Il dimezzamento del canone della SSR metterebbe ingiustificatamente a rischio questo sistema che ha dato buona prova di sé.
Roger Schnegg, direttore di Swiss Olympic, afferma: «La SSR è indispensabile per lo sport svizzero: non trasmette solo gli eventi di spicco, ma anche il settore giovanile, lo sport paralimpico e le discipline marginali. Un dimezzamento dei fondi sarebbe un attacco diretto a questa diversità e visibilità .»
L’iniziativa costringerebbe la SSR a ridurre ulteriormente la propria offerta. Molti programmi apprezzati, come la serie «Tschugger – Sbirri», documentari di approfondimento come «DOK» o popolari trasmissioni sportive in diretta non potrebbero più essere prodotti. La cultura e lo sport svizzero perderebbero una piattaforma importante.
Un canone SSR ridotto porterebbe a tagli drastici
La SSR ha già avviato un programma di risparmio e una riorganizzazione su larga scala. Entro il 2029 dovrà risparmiare 270 milioni di franchi, in seguito a una decisione del Consiglio federale sancita per via di ordinanza: si tratta di circa il 17% del suo budget annuo. L’iniziativa «200 franchi bastano!» chiede ulteriori tagli drastici ai fondi della SSR. Le disposizioni transitorie prevedono inoltre che l’iniziativa venga attuata entro 18 mesi, mettendo così a rischio il cuore del servizio pubblico.
Ampia alleanza contro l’iniziativa
Il comitato apartitico «No all’iniziativa 200 franchi bastano!» riunisce voci provenienti da tutti gli schieramenti politici e da tutte le regioni linguistiche: dal mondo della cultura popolare allo sport e alla politica, fino alla giovane generazione e all’associazione delle persone non udenti, che ha tradotto in lingua dei segni la conferenza stampa di oggi.